Sono i soliti cento chilometri che mi agevolano pensieri e riflessioni, i cento chilometri che devo fare per tornare a casa quando vado alla Brava di Genova.
E' poca strada, ne parlavo giusto con Sergio Chiaverini durante lo stage con Naveira Jr; per un tanguero, cento chilometri è ancora casa....
Bene: sono andato sabato sera per conoscere Federico Naveira e Ines Muzzopappa (bugia, sono andato solo per Naveira...) alla Milonga Brava, dopo averlo inseguito in rete per qualche mese.
I video di Federico Naveira raccontano di un acerbo ballerino, agile e fluido.
I cento chilometri non mi servono per valutare il tango, ma la persona, così come faccio ogni volta che torno dalla Brava. E quindi mi ritrovo a pensare a questo ragazzino in giro per il mondo, con un cognome pesante come un macigno che, secondo le leggende della sala, balla da 18 anni.
E io penso a un bambino che cammina in circolo in palestra a lezione di mamma y papà a soli tre anni, che al posto del gioco del pampano giocava con la "salida" e che quando faceva il cattivo gli dicevano, verosimilmente, "comportati bene o ti faccio portare via da Pablo Veron!", e ancora che al compimento del 18° anno di età, papà avrà preso il DVD di "lezioni di Tango" e gli avrà detto fiero:" figliolo, tutto questo un giorno sarà tuo...".
Insomma, io penso, avrà imparato il tango prima dei congiuntivi e oggi ballare, è per lui, cosa naturale e normale.
Non trovo traccia di gup generazionale che avrebbe indotto qualsiasi teenager a studiare hip hop o, peggio, a diventare ragioniere, con cotanto padre tanguero (papà, ho deciso, non puoi tarparmi le ali, non puoi stroncare i miei sogni, io voglio fare contabilità, voglio fare il RAGIONIERE!!!).
Ne ho parlato anche con mio figlio, e dicevo a lui che cosa stupefacente sarebbe essere il padre di uno che balla da quando ha 3 anni, di essere il papà di Federico Naveira, meritandomi la rispostaccia che ho avuto da lui: "se io non posso essere figlio di Eminem, tu puoi fartene una ragione..."
Invece no, pare voglia fare tango, e pare che si diverta pure....
Non ne ero sicuro durante la serata di sabato, quindi sono andato al pomeriggio di domenica allo stage per verificare (si lo so, i cazzi miei, mai!).
Alla lezione ho trovato un maestro decisamente acerbo, ma allegro e competente. Per quanto possibile attento alle esigenze di tutti. Una didattica che avrà modo di svilupparsi ma che promette già bene, spunti interessanti e a volte innovativi.
L'unico momento in cui ho letto tensione sul suo volto è stato quando alla serata di sabato è stato presentato come il FIGLIO DI NAVEIRA.
Credo stia aspettando il lontano e mirabolante momento in cui presenteranno Gustavo come il PADRE DI NAVEIRA, ma nel frattempo, chiamiamolo solamente Federico Naveira.
Se lo è guadagnato.
Giò.
Le foto nella sezione album.